NORMATIVA
LA NORMA ITALIANA SUL COACHING
Il 12 Novembre 2015 è stata pubblicata la prima Norma Italiana sul Coaching.
Un evviva ci sta tutto. L'Ente Nazionale Italiano di Unificazione, associazione privata senza fini di lucro che svolge attività di regolamentazione in Italia nei settori industriale, commerciale e dei servizi, si è espressa così: Il coaching è un processo di partnership finalizzato al raggiungimento degli obiettivi definiti con il cliente. L'agire professionale del coach facilita il cliente nel migliorare le prestazioni professionali e personali mediante la valorizzazione e il potenziamento delle sue risorse, capacità personali e competenze.
Un coach ha finalmente un suo territorio dove operare nei limiti della legge senza essere confuso con un counsellor, un mentor o uno psicologo. Per quanto mi riguarda, una laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche dovrebbe essere un requisito base per ogni coach professionista, ma allo stato dei fatti il coaching continua ad essere una professione non regolamentata; perciò, non sono richiesti requisiti specifici e chiunque la può svolgere. Le professioni non regolamentate sono normate dalla legge 4/2013.
La specificità del coaching si basa sull'assunto che sia possibile dissotterrare qualità sepolte negli anfratti più nascosti dell'anima del cliente. Questa archeologia del potenziale inespresso è svolta senza andare alla ricerca di quei fenomeni psichici che risiedono al di fuori della sfera della coscienza e sono oggetto di studio della psicoanalisi. Il coach non indica al cliente una strada da percorrere per maturare, per avere dei punti fermi nella sua ricerca di successo, per verificare in corso d'opera se sta agendo correttamente in relazione alle proprie aspettative. Più che una guida, il coach è una sorta di navigatore umano che indica tutte le strade possibili. Il cliente deciderà quale imboccare e a che velocità percorrerla. La responsabilità del coach è solo quella di creare le condizioni affinché il cliente possa stabilire un obiettivo, acquisire delle competenze, sentirsi motivato, agire e imparare dai momenti di difficoltà.
Il termine inglese coaching deriva dal verbo to coach, che significa "allenare", "accompagnare", "motivare". Il coaching può essere utile a chi vuole aumentare il successo professionale o le rendite finanziarie, capire che direzione prendere nella carriera lavorativa, conseguire risultati nello studio o nello sport, agire con saggezza nei rapporti sentimentali, gestire la comunicazione interpersonale, aggiungere spiritualità alla propria vita, realizzare un'opera artistica.
Il legame del coaching con lo sport è indissolubile. Per anni il coach è stato esclusivamente il tecnico incaricato di allenare una squadra sportiva statunitense. L'equivalente italiano del coach era l'allenatore, meglio se di una squadra di pallacanestro, il più americano degli sport. La prima volta che ho sentito questo termine avevo quindici anni e un giornalista televisivo chiamò così Dan Peterson, un allenatore di basket che da Evanston, una città situata a nord di Chicago, era venuto in Italia a vincere coppe e scudetti.
È solo negli anni '80 che il coaching inizia a rispondere alle domande di chiunque voglia massimizzare il proprio potenziale personale e professionale.
C'è chi fa risalire le origini del coaching all'antica Grecia, per l'evidente somiglianza con la maieutica socratica che consisteva nella sollecitazione a trarre fuori la verità dai propri cuori. Ma poiché né Socrate né Platone si sono mai dichiarati coach, preferisco assegnare a pari merito il titolo di primi coach della storia a due studiosi: Timothy Gallwey, che partendo dalla sua esperienza come allenatore di tennis, pubblicò nel 1974 The Inner Game of Tennis, e John Whitmore, autore di un altro libro fondamentale, Coaching for Performance. Sono due letture obbligate per chiunque voglia comprendere l'essenza del coaching.
La versatilità è la forza del coaching. La domanda che il cliente rivolge al coach non può essere racchiusa in un ristretto campo d'esperienza, perché dietro allo sportivo, al manager d'azienda, all'insegnante o all'artista c'è un uomo con tutta la sua unicità e irripetibilità, e al tempo stesso con il bisogno di cambiare maschera e interpretare un ruolo diverso sui diversi palcoscenici della vita.
Come coach PNL, sono a tua disposizione per rispondere a qualsiasi domanda riguardante il miglioramento personale, la gestione delle emozioni, la comunicazione efficace e le strategie per superare ostacoli mentali e comportamentali. Che si tratti di trasformare una convinzione limitante, trovare motivazione o migliorare le tue relazioni, puoi contare su di me.
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